Febbre da cavallo, quando l'ippica poteva ancora sperare

«Tor di Valle, poveri cavalli Ne prendo uno e lo chiamerò Pomata»

Gli ippodromi stanno chiudendo. Chi ci lavora sta perdendo il posto di lavoro. I cavalli sono costosi da mantenere e, ora che non possono più mantenersi "da soli" lavorando anche loro, non si sa bene dove finiranno.

Conoscete il film Febbre da cavallo del 1976? Io a dire il vero non l'ho mai visto, ma è un classico della commedia all'italiana con protagonisti Gigi Proietti ed Enrico Montesano ed è stato girato all'ippodromo di Tor di Valle (Roma).
La storia narra, attraverso una lunga analessi, delle peripezie di tre amici alle prese col vizio delle scommesse ippiche: Mandrake, indossatore morto di fame, Er Pomata, disoccupato, ricco solo di grandi risorse truffaldine, e Felice, guardamacchine abusivo. I tre trascorrono gran parte del loro tempo cercando di mettere insieme i soldi per scommettere, solitamente a Tor di Valle, e in altri ippodromi della penisola; mettono a segno furberie e truffe di ogni genere, spesso ai danni di Manzotin, al secolo Rinaldi Otello, macellaio e nemico giurato dei tre protagonisti. (Wikipedia)
L'ippica, in particolare il trotto, versa in una condizione a dir poco pietosa. Già all'ippodromo di San Siro il trotto ha chiuso i battenti, la notizia di oggi, di cui vi ho riportato il link sopra, denuncia invece proprio la chiusura di Tor di Valle, ma la lista può continuare.
Enrico Montesano, che nel film interpreta il personaggio chiamato Er Pomata, ha deciso di comprare uno dei 500 purosangue dell'ippodromo e di chiamarlo Pomata in ricordo del film che l'ha portato a conoscere il mondo delle corse e dei cavalli.

Sono sempre stata contraria alle corse di cavalli, l'ho sempre considerata una forzatura e ho sempre ritenuto che i cavalli non dovessero sopportare quel tipo di allenamenti e di trattamento. Non sono mai stata all'ippodromo e non mi piaceva la gente che ci andava.
Poi, da quando il settore ha cominciato a soffrire, ho cominciato a interessarmi alle storie dei grandi campioni di un tempo, quelli dei tempi d'oro, per capirci qualcosa in più e ho cominciato a pensarla diversamente. Non c'è solo sfruttamento, non sempre. Il problema è che, come in qualsiasi cosa nella vita, non dovrebbero mai mancare, neppure per un attimo, l'onestà, la passione, il rispetto.

In realtà, resto sempre dell'idea che se i cavalli non avessero conosciuto gli uomini per loro sarebbe stato molto meglio, invece noi ci saremmo certamente privati di qualcosa di meraviglioso che ormai non siamo più in grado di valorizzare e, paradossalmente, neppure di "sfruttare". 

Pensare che tantissima gente sta perdendo il lavoro e che tantissimi cavalli rischiano di finire chissà dove, mi rende ancora più convinta del fatto che non è giusto che l'ippica diventi solo un ricordo.
Sembra che le cose o si fanno male o non si fanno proprio, ma l'ipotesi "fare le cose per bene" non è proprio contemplata in questo Paese?

E poi i cavalli finiscono nelle lasagne Findus... Carne di cavallo nelle lasagne Findus. Ritirato il prodotto in Gran Bretagna ,ma questa è un'altra storia (o forse no).

Intanto vi lascio con l'inizio del film Febbre da cavallo, un invito a vederlo (o a rivederlo).
Buonanotte!



Commenti

Post più popolari